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Storia - Architettura

 

Il palazzo si trova nel centro della piccola e antichissima città di Crema,posta anch'essa proprio al centro della Lombardia,a uguale distanza dalle più importanti città della Regione.

Questa dimora fu costruita all'inizio del XVI secolo da Socino Benzoni che Pietro da Terno definisce ,nella sua "Historia",patrizio peritissimo nelle armi,appartenente alla nobile famiglia che aveva detenuto la Signoria della città nel 1400.
Ma ancor prima, nel 1300, Venturino Benzoni ,capitano del popolo milanese,fu gonfaloniere della Santa Chiesa ed ebbe in regalo dal papa Clemente V (Bertrando di Goth) un palazzo in Avignone. 
I Benzoni incrociarono il proprio sangue con le più aristocratiche famiglie del tempo tra cui gli Estensi,i Visconti, i Martinengo ed i Torriani.
Il Palazzo é strettamente collegato alle grandi vicende storiche che coinvolsero tutta l'Europa del tempo.Infatti le grandi potenze europee,con il trattato di Cambrai (1508),si allearono contro lo strapotere della Repubblica di Venezia e, nella zona di Crema,ad Agnadello, lo scontro devastante si svolse tra la Francia di re Luigi XII d'Orleans e la Repubblica di Venezia.
Grande fu la sconfitta della Repubblica nella battaglia di Agnadello,quando anche il generale veneziano,Bartolomeo d'Alviano,fu fatto prigioniero dai francesi.Il pericolo si presentò gravissimo, le truppe veneziane furono completamente sbaragliate mentre da Venezia non arrivavano rinforzi.
In questo frangente Socino Benzoni salvò l'intera cittadinanza cremasca dal saccheggio e dalla distruzione,entrando in sapienti trattative con il re di Francia Luigi XII. Non era nuovo Soccino a interporre buone trattative ,stante la sua grande perizia nell'arte militare ed in coerenza alla tradizione del suo casato di appartenenza.I Benzoni,infatti, all'epoca delle Signorie, erano richiesti,anche nelle città limitrofe,per mediare la pace in caso di necessità.
Si decise una resa al re di Francia a condizione che il re sottoscrivesse una capitolazione che i cremaschi gli avrebbero presentata.Il popolo intanto,già blandito ed adulato, gridava " Francia,Francia".Fu stabilito che tutti gli ufficiali veneti fossero lasciati liberi ed il popolo sollevato dalla tassa sul macinato.Le insegne della Serenissima furono prontamente distrutte ad opera della comunità e fu convocato a tal fine il pittore Agostino Bianchi con l'incarico di cancellare e sostituire, nella Sala del Consiglio,i simboli di S. Marco con quelli delle l'armi regie.( Storia di Crema di F. S. Benvenuti e Historia di Crema di Pietro da Terno ) Quindi il


RE DI FRANCIA LUIGI XII D'ORLEANS

 

fu ospite di Socino Benzoni in questa dimora e si fermò due giorni ,esattamente il 27 e il 28 giugno del 1509.Particolare é la descrizione fatta da Pietro da Terno e riguardante questo avvenimento:

" Venendo da Cremona il Re,a Crema agiunge,et quando ala porta venne,dismontata et sopra uno tapedo sotto la porta si inginocchia,et fu da Andrea Clavello Vicario del vescovo di Piacenza,cum molte cerimonie benedeto,essendoli tuto il Clero in processione . Entra il re sotto un balduchino fatto a posta di raso azurro cum gigli d'oro et ala staffa gli va Socino,et Angelo Franceso Griffone, giunto in Piazza del Duomo entra ,et de molte orationi gli fu anchora fatta beneditione,la guardia tra questo meggio il balduchino spezza (come é usanza) et fra sè lo partisse; in Casa di Socino Sua Maestà aloggia apresso ala Piazza,coperto tuto il cantone de panni azurri cum gigli d'oro.......
La Comunità di una bazila col bochale belissima d'argento gli fece duono,et Cavaglieri fece Alexanmdro et Guido Benzone,Giacobo Zurla,Alexandro Benvenuto,et uno dei figli di Socino per nome dimandato Compagno , a 29 nanci il levar dil sole a Lodi si invia."
Da " Historia di Crema" di Pietro da Terno

Ripartito da Crema,alla volta di Brescia,il re Luigi XII lasciò la città in balìa delle antiche lotte fra guelfi e ghibellini.

Socino Benzoni ebbe tre figli dalla moglie appartenente all'antica famiglia Martinengo di Brescia.Un figlio chiamato Compagno fu creato cavaliere dal re Luigi II d'Orléans. Altro figlio é Leonardo,anch'egli cavaliere,che si addottorò a Parigi alla Sorbona,cosa rara per quei tempi.Entrato nella carriera ecclesiastica,fu Monsignore ,Prevosto del Duomo e venne chiamato a Roma dove ebbe molte cariche onorifiche e fu nominato ,dal Papa Giulio III,vescovo di Volturara Appula. Morì a Roma.Il terzo figlio,Fortunato, cavaliere e senatore,anch'egli si addottoro' a Parigi alla Sorbona.
(Sull'Innominato di Cesare Donini)

Paola Benzoni,nipote di Socino,figlia di Fortunato e di Caterina Benvenuti,sposò Giovan Battista Visconti ed ebbe tre figli di cui uno,Francesco Bernardino Visconti,diventerà il famosissimo personaggio chiamato " Innominato" nel romanzo "I Promessi Sposi" di Alessandro Manzoni.Questo personaggio fu identificato con l'"Innominato" dallo stesso Alessandro Manzoni e dallo storico Cesare Cantù nel 1831. 
Quindi, rilevante particolare storico,questo é anche il


PALAZZO DELL'INNOMINATO

 

Parliamo quuindi dell'Innominato come viene descritto da Alessandro Manzoni.

" A prima vista gli si sarebbe dato più che sessant'anni che aveva,ma il contegno,le mosse...il lampeggiare ...vivo degli occhi,indicavano forza di corpo e d'animo,che sarebbe stata straordinaria in un giovane.
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Ma la fama di questo nostro era già da gran tempo diffusa in ogni parte del milanese: per tutto,la sua vita era un soggetto di racconti popolari;e il suo nome significava qualcosa di irresistibile,di strano,di favoloso.
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la mano dello scrittore Francesco Rivola, nella vita del cardinal Federigo Borromeo,dovendo parlar di quell'uomo, lo chiama " un signore altrettasnto potente per ricchezze,quanto nobile di nascita"...........................
ne ridusse molti a ritirarsi da ogni rivalità,molti ne conciò male,molti n'ebbe amici.............
Accadde qualche volta che un debole oppresso,vessato da un prepotente,si rivolse a lui e lui,prendendo le parti del debole,forzò il prepotente a finirla,a riparare il mal fatto,a chiedere scusa.......................
E in quei casi,quel nome tanto temuto....era stato benedetto un momento,perché non dirò quella giustizia,ma quel rimedio,quel compenso qualunque,non si sarebbe potuto,in què tempi,aspettarlo da nessun'altra forza né privata ,né pubblica ".
( da " I Promessi Sposi" di Alessandro Manzoni )

Francesco Bernardino Visconti ,l'Innominato, nacque nel magnifico palazzo di Brignano Gera d'Adda,il 16 settembre 1579.Essendo l'ultimo dei tre fratelli( gli altri due erano Gian Galeazzo e Caterina ),venne a Crema fin da bambino con la mamma,rimasta vedova ben presto.Condusse una vita giovanile molto sregolata, tanto da essere colpito dal bando del governatore di Milano nel 1603. Cambiare Stato per sfuggire alle grida era allora molto semplice,bastava lasciare il Ducato di Milano e recarsi a Crema, sotto il dominio della Repubblica di Venezia. L'Innominato quindi si rifugiò più volte a Crema,allora sotto il dominio della Repubblica di Venezia,ed esattamente nella casa materna rappresentata da questo palazzo,molto vicino alla Piazza del Duomo ed al Duomo stesso dove parroco era stato lo zio materno Leonardo prima di divenire Vescovo di Volturara Appula.Questo insigne lignaggio conferiva al giovane Francesco Bernardino Visconti una certa qual garanzia di sicurezza.
Molte sono le testimonianze scritte al riguardo : tutto ciò conferisce a questo palazzo una sua unicità e peculiarità.
Ma un altro motivo induceva l'Innominato a dirigersi verso Crema.Vicinissima a Crema si estendeva, a quei tempi, una zona franca di confine che divideva la Repubblica di Venezia dal Ducato di Milano.In quei luoghi si recavano i rifugiati politici ed i riicercati che chiedevano asilo e che offrivano i propri servigi ad altri padroni: niente di meglio,per un giovane rampollo ricco e ribelle,di recarsi in questa zona di confine dove poter assoldare seguaci di pochi scrupoli.
Arriviamo ora all'episodio della vita di Francesco Bernardino Visconti che affascinò tanti studiosi e che fece di lui un personaggio tanto seducente : la conversione.
Questa avvenne in età matura:

".......ora......i pensieri dell'avvenire eran quelli che rendevano più noioso il passato......
.........l'essere uscito dalla turba volgare de' malvagi........
Quel Dio di cui aveva sentito parlare.......gli pareva sentirlo gridar dentro di sé....." 
( da " I Promessi Sposi" di Alessandro Manzoni )

Incontrò il cardinale Federico Borromeo,personaggio storico di grande spicco,che il papa Clemente VIII nominò nel 1595 arcivescovo di Milano.Federico Borromeo fu uomo di grande intelligenza,carità e nobiltà.Le sue parole di accoglienza all'Innominato furono le seguenti :

" Siete voi.....dei miei figli,che pure amo tutti e di cuore,quello che avrei più desiderato d'abbracciare,se avessi creduto di poterlo sperare ".
( da " I Promessi Sposi " di Alessandro Manzoni )

Laura Benzoni, sorella di Paola,sposa il patrizio Lucrezio Scotti ed il palazzo passa alla nobile famiglia Scotti.
Il 21 gennaio 1765 il padre gesuita Davide Scotti vende il palazzo al conte Giuseppe Martini.

Successivamente,quasi fosse un destino,questa dimora ritorna ad intrecciare la storia della sua buona stella con le vicende della Francia.Napoleone Buonaparte,ottenuta definitiva vittoria sulla Repubblica di Venezia,il 9 luglio 1797 fonda la Republica Cisalpina.
Crema viene a far parte della nuova Repubblica e ad usufruire della sua Costituzione.Il trattato di Campoformio, stipulato tra la Francia e l'impero d'Austria il 17 ottobre 1797,sancirà la nuova situazione.
I conti Martini, quasi inneggiando alle nuove idee francesi portate dalla Francia,trasformarono il palazzo,sia come fatto culturale che come fatto artistico,in una piccola corte francese.

La famiglia Martini ottenne nobiltà dalla Repubblica di Venezia, negli ultimi anni del suo dominio sulla città di Crema e annovera tra i discendenti un personaggio di grande spicco,appassionato protagonista del Risorgimento italiano :il

conte ENRICO MARTINI

Enrico Martini nasce nella villa di S. Bernardino,alle porte di Crema,il 18 aprile 1818. La villa attualmente si trova in uno stato di semiabbandono ed é del tutto sconosciuta ai più, pur essendo stata uno dei luoghi di ispirazione e cospirazione nel faticoso cammino verso l'unità d'Italia durante il periodo del Risorgimento Italiano.Enrico Martini quindi nasce in questa villa dal conte Franceso Martini e dalla contessa Virginia Giovio Della Torre,appartenente alla nobile famiglia milanese.

Personaggio colto e vivace,Enrico martini sposa in prime nozze la sorella di Luciano Manara,anch'esso noto protagonista del Risorgimento italiano.I manoscritti dei colloqui con il cognato Manara,uniti ad altri importanti documenti, tra cui la corrispondenza con l'amico Cavour,dal quale é molto stimato, sono custoditi presso il Museo del Risorgimento a Milano. 
Gli furono affidate molte missioni diplomatiche e, durante le cinque giornate di Milano,fu inviato del Governo Provvisorio.Fu inoltre inviato del Governo Sardo durante l'esilio del papa Pio IX a Gaeta.
Nel 1850 Enrico Martini viene eletto deputato al settimo collegio di Genova e rafforza ancor più la sua amicizia con il Cavour.
Nel 1853 l'Austria mette sotto sequestro tutti i beni del conte Enrico Martini,compreso questo palazzo.
Da Parigi, dover si trovava,Enrico Martini ritorna in Italia e chiede all'Austria, umiliando se stesso e le proprie convinzioni, la restituzione dei propri beni.Conduce vita ritirata ma,con suo grande rischio,continua a tenere collegamenti con quanti desideravano l'unità d'Italia sia in Crema che fuori.Riprende i contatti con Cavour, Carlo Cattaneo, col quale peraltro divergeva su alcune idee politiche, e con Cesare Correnti che gli scrive : " Caro Enrico,non abbiamo scritto la storia ma l'abbiamo incominciata,abbiamo chiamato l'Italia alla fatica di vivere. Noi non avremo né il fiore né il frutto : noi fummo la semente".

Dopo l'unità d'Italia il conte Enrico Martini viene eletto deputato nel collegio di Crema dove sarà sempre rieletto fino alla morte avvenuta il 26 aprile 1869.Il collegio passerà in tal modo all'avvocato Pietro Donati al quale Enrico Martini rivolse una lettera commovente , chiedendogli scusa se, nelle lotte politiche,gli aveva più volte attraversata la carriera alla quale i suoi meriti gli davano diritto ( noblesse oblige ).

Le notizie riguardanti il conte Enrico Martini provengono dalla tesi di laurea di Pierangela Bonomi " Il conte Enrico Martini ed il Risorgimento Italiano ", Università Cattolica di Milano, depositata presso la Biblioteca Civica di Crema. 
Altre notizie provengono da Francesco Sforza Benvenuti nel " Dizionario Biografico Cremasco ".

Il Palazzo fu acquistato nel 1932 dal notaio Francesco Donati De Conti e lasciato al figlio avv. cav. Giunio Donati De Conti.

ARCHITETTURA

 

Il palazzo nasce nel secolo XVI su pianta a forma di - L -e fu trasformato nella nuova tipologia a forma di - U - nel secolo XVIII, con l'aggiunta dell'ala a est,creando in tal modo una prestigiosa scenografia.
Dell'antico edificio cinquecentesco ora troviamo il muro in mattoni che costeggia la strada laterale,nel quale ancora si possono intuire le originarie aperture circolari,successivamente chiuse.Questo muro ha la stessa età delle antiche mura venete.
Sempre del sec.XVI vediamo il balcone verso la Piazza del Duomo sostenuto da eleganti mensole composite.

Nella corte interna,sempre del periodo cinquecentesco,troviamo le colonne che riportano sui capitelli lo stemma della famiglia Benzoni.Anche le volte di alcuni ambienti del primo piano dell'ala ovest sono testimonianza del sec. XVI e forse anche precedenti, avendo l'edificio inglobato case preesistenti.
L'intera corte cinquecentesca é stata rimaneggiata nei sec.XVII E XVIII.
Di particolare interesse é il capitello pensile all'ingresso della scala principale e la stessa scala che si svolge verso il piano nobile con balaustra settecentesca in pietra,finemente scolpita.
Altra balaustra di particolare interesse e molto decorativa é quella che fu realizzata in ferro battuto, completamente lavorato a mano,nel sec. XVIII, a coronamento della scala dell'ala est del palazzo.
Il palazzo é impostato su tre ordini con alte finestre a timpano al piano nobile.Frontoni triangolari e convessi, con epigrafi a cartoccio, in due alternanze,sovrastano le finestre.
Notevole é l'influsso francese ,sia nella pianta su cui l'edificio posa ,sia nelle facciate. Si pensa alla possibilità che l'architetto fosse francese o piemontese.
Queste caratteristiche danno all'edificio una conformazione unica, differente dagli altri palazzi della Lombardia, che si svolgono su pianta allargata e con minore slancio verticale.
All'interno troviamo stucchi raffiguranti aquile imperiali,simboli esaltanti l'adorazione del sole ( ciò indica uno studio particolare sull'esposizione al sole dell'edificio,che accoglie la luce da tutti i lati ed anche un chiaro riferimento alla campagna di Napoleone in Egitto ( 1798 ).Tipici medaglioni neoclassici sono testimoni del tempo.
Di particolare pregio sono gli affreschi che ricoprono interamente soffitti e pareti dei locali nell'ala est con grottesche e motivi decorativi dell'epoca.

Copyright by Severina Donati De Conti per la ricerca storica. 
Copyright by Severina Donati De Conti e Francesco Anselmi per le fotografie.

Palazzo Donati - Via Marazzi 7 - 26013 Crema CR - ( a 10 metri dalla Piazza del Duomo )

donati.sev@libero.it
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tel. 0373 / 84736 - 338 9939574